Letteratura · sognatori nel cassetto

Lettera a Michela Murgia

Il 18 novembre 2020 aprivo l’app Note del mio smartphone e scrivevo un messaggio a Michela Murgia. L’informatica non mente: l’ultima modifica è stata l’8 dicembre 2020. Per una ventina di giorni ho intrattenuto l’idea di scriverle su Instagram ma poi non l’ho più fatto. Perché? Forse perché pensavo fosse inutile. Tuttavi a volta i gesti vanno fatti, le conseguenze che ne derivano possono sorprenderci.

Voglio perciò rimediare alla mia codardia e scriverglielo oggi quel messaggio, adesso. Perché voglio ringraziarla e sento che è importante ringraziare le persone, immettere questa gratitudine nel circolo dell’energia infinita che muove l’Universo. Per cui, grazie Michela Murgia.

“Ciao Michela, mi fa davvero strano scriverti perché la facilità con cui oggi si può scrivere un messaggio a chiunque, anche a scrittrici, artisti, personaggi tv, attori e cantanti, persone che si è abiutati a vedere solo da lontano, è talmente prodigiosa che un po’ mi spaventa. Non so nemmeno se leggerai questo messaggio anche se devo dire che non è questa la cosa importante. La cosa importante è per me l’atto stesso di scriverti per ringraziarti. Sento dentro di me la volontà di rimettere in circolo questa bella energia a partire proprio da chi l’ha scatenata in me.

Un mese fa, più o meno, mia sorella (che ho la fortuna di poter ringraziare ogni giorno) mi gira un link di un tuo video su YouTube in cui parli del tuo libro del cuore, “It” di Stephen King. Io non so perché ma sento dentro di me che dovevo assolutamente leggerlo e leggerlo subito. Quando dico subito non intendo “subito” nel senso di andare a comprarlo e poi iniziare a leggerlo. No, intendo subito come subito dopo aver visto il tuo video. E qui si compie un qualcosa di miracoloso perché chiedo in una chat di colleghi su WhatsApp se avessero questo libro e se potessero prestarmelo. Un ragazzo ce l’ha e risponde che me lo presta. Vado a prendere il libro a casa sua e inizio a leggere, leggere, leggere.

Non mi capitava di leggere così avidamente, finché gli occhi non fanno male e il corpo ha sonno ma l’anima no, da quando avevo 18 anni e andavo al liceo. Leggo, leggo, leggo per 5 giorni di fila senza sosta finché arrivo alla fine. Il finale di questo libro è stato per me un momento catartico, uno spartiacque nella mia vita. Ho pianto ma di un pianto di liberazione, accettazione, fede, sofferenza, ho pianto un pianto che si piange quando una parte di noi muore e una nuova nasce.

Da quel momento ho ascoltato tutti i giorni i podcast di “Morgana” (perché volevo sentirti ancora parlare di King e da lì non ho più smesso) e ogni giorno, tramite le storie di queste donne assolutamente incredibili, fenomenali eppure così vicine in qualche modo, io mi sento nutrita e arricchita, mi senso meno sola e con più energia.

Per questo volevo ringraziarti dal profondo del mio cuore. Perdonami questo messaggio lunghissimo. In poche parole volevo solo dirti un grande, luminosissimo GRAZIE a lettere non maiuscole, ma cubitali.”

Grazie Michela Murgia.

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